La Santa Maria non era una Caravella
Nina, Pinta e Santa Maria: le 3 navi con cui Cristoforo Colombo, navigatore ed esploratore genovese, attraversò l’Atlantico nel 1492.
La più grande, impropriamente chiamata “caravella” (in realtà le caravelle erano la Nina e la Pinta), era la Santa Maria.
Una vera “carraca” (in spagnolo) o “nau” (in portoghese) ovvero un veliero galiziano (Il nome originario era “Gallega”) in grado di solcare i grandi mari.
Dai diari di Colombo la Santa Maria, dopo un lungo viaggio iniziato da Porto Palos in Andalusia il 3 agosto 1942, si arenò la notte di Natale dello stesso anno su una barriera corallina ghostwriter Husarbeit Haitiana e lentamente affondò.
I diari di Colombo
Una buona parte dei resti della nave vennero utilizzati per la costruzione di un fortino a riparo dell’equipaggio della nave bachelorarbeit schreiben lassen.
Tracce della Santa Maria sotto i mari?
Anche se la notizia (maggio 2014) deve essere ancora confermata come tale, pare che dei resti riconducibili alla Santa Maria akademische ghostwriter siano stati ritrovati al largo della costa settentrionale di Haiti.
«Tutti gli elementi geografici e archeologici lasciano supporre con forza che si tratta della famosa nave ammiraglia di Colombo, la Santa Maria», ha dichiarato al quotidiano britannico “The Independent” l’archeologo subacqueo ghostwriter Barry Clifford.
E fra supposizioni e controverifiche sulla Santa Maria, richiamiamo un pensiero di colui che sfidò “la terra piatta ghostwriting agentur”, l’eroe dei Due Mondi:
“E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni.”
Alcune Statue dedicate a Cristoforo Colombo
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