Lo zampone nasce nel periodo rinascimentale (1511) quando l’esercito papale assediò la città modenese di Mirandola.
L’idea dei Mirandolesi (anche se alcuni la attribuiscono al filosofo Pico della Mirandola), rimasti privi di cibo, ma con ancora tanti maiali, per non subire il furto di questi da parte delle truppe di Papa Giulio II, fu quella di macellarli tutti e di conservarne segretamente la carne magra dentro il budello delle zampe anteriori.
Il cotechino è considerato il padre dello zampone. Questi venne ideato per conservare la carne meno pregiata del suino attraverso le sue budella.
Sembra che sia proprio il cotechino il primo antesignano di insaccato conosciuto in nord Italia.
Nel 1910 il grande Pellegrino Artusi gli dedica la ricetta n. 322 “Cotechino Fasciato” nella sua opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, un libro che è arrivato in meno di vent’anni a ben 13 edizioni.
La differenza fra zampone e cotechino sta quindi nel suo involucro.
Zampone: zampe anteriori del maiale. Cotechino: budello naturale (o artificiale) dell’animale.
Il cotechino, appunto per via del budello (più sottile della zampa) risulta più morbido e delicato.
Entrambi sono prodotti alimentari a cui è stato assegnato il marchio IGP (Identificazione Geografica Protetta), garantendone quindi la qualità e la geolocalizzazione.