Prima ti danno del matto, poi all’improvviso… diventi un genio!
Il confine fra pazzia e straordinarietà è sempre labile,
solo gli impavidi sprezzanti degli stereotipi riescono ad esprimere al meglio i propri talenti.
E’ accaduto anche ad Antonio Laccabue, nato in Svizzera alla fine del 1800, vissuto a Gualtieri fino alla sua morte avvenuta nel 1965, artista, meglio noto al mondo come Ligabue.
Straordinario genio, denominato “El Matt” per via del suo rachitismo generatosi da una malnutrizione di un’infanzia poverissima.
Pittore e scultore autodidatta dal destino turbolento tracciato fin dal suo primo vagito,
vive una vita di “diversità” in una forzata solitudine che tuttavia gli consente di sperimentare autoritratti introspettivi dai colori inusuali,fino alla manualità della creta che impastandola con la saliva diventa scultura.
In grado fin da subito di esprimere il suo innato talento con l’arte senza categorizzazioni, senza contaminazioni e ritorni economici.
Alla fine degli anni ’70 andò in onda una serie televisiva che raccontava la vita romanzata del maestro, magistrale l’interpretazione di Flavio Bucci che vestiva i panni di quest’uomo incapace di uniformarsi alle regole della società.
Nel suo essere antiestetico, la sua ricerca creativa della bellezza artistica.
Oggi Ligabue verrà ricelebrato con un nuovo film dal titolo “Volevo Nascondermi”. La volontà, oltre al titolo che esprime gran parte del contenuto, è di raccontare il rapporto diretto dell’artista con la natura e gli animali, del suo istinto pittorico a disegnare ciò che vede e ciò che un uomo sogna.
Ligabue è paragonato a Van Gogh sia per via della sua esistenza travagliata che per la sua inconsueta genialità artistica.
Ora Ligabue, scoperto e celebrato, è definito uno dei massimi esponenti dell’arte Naif italiana.
A te Antonio Ligabue, che nella tua fragilità di uomo, hai saputo dimostrare il significato del talento credendo sempre in te stesso.
Podium: Solidale con il Geniale!