De le fave infrante

Omaggio alle Giornate Medioevali della Repubblica di San Marino

Tutti gli anni, nell’ultima settimana di luglio, si rivive l’atmosfera del Medioevo.
Cuore della festa è la Cava dei Balestrieri, qui di sera si accendono i riflettori ed iniziano gli spettacoli: giochi di bandiere e di corte, soldati e cavalieri che si affrontano nelle disfide, tornei di balestre. Il Medioevo è anche servito a tavola: i ristoranti del centro propongono nelle taverne un vero e proprio viaggio storico gastronomico, con menu ispirati alle ricette dell’epoca.
Gli ospiti possono gustare in pieno l’atmosfera e la calda accoglienza delle Giornate Medioevali approfittando delle offerte speciali che anche Podium Tour Operator propone.

De le fave infrante

Ricetta tratta da “Il Libro della cucina del secolo XIV” (fa parte del Codice miscellaneo n.158 del Catalogo dei Manoscritti presso la Biblioteca Universitaria di Bologna) edito per la prima volta da Gaetano Romagnoli in Bologna nel 1863, a cura di Francesco Zambrini.

Togli fave, bene infrante, mundate e sciolte e nette, e falle bullire uno bollore; e, gittane via l’acqua, lavale molto bene, e mettile in uno altro vaso con poca acqua e sale, che sienosolamente coperte coll’acqua, e volgile spesso colla mescola: e,cotte che le siranno spesse, ammaccale con la mescola fortemente. Poi le di stempera con un poco d’acqua aggiunta, e fa scudelle, e metti in le scudelle mele, ovvero aglio fritto con cipolle, ovvero lardo fritto.

Ingredienti:
– 500 gr. di Fave
– Miele a piacere
– Zenzero a piacere
– Sale q.b.
– Pepe a piacere
– 1 Cipolla piccola
– Olio e lardo q.b.

Preparazione:

Si cuoce in acqua la fava preventivamente ammollata, si sbuccia e si passa al setaccio. Questa purea, più o meno densa a piacere, si condisce con miele, o con il sale, pepe e cipolla fritta ridotta in purea.

Note:

fave infrante e lavate con l’acqua calda, mettile a bullire: e quando aranno bullito, lavale bene un’altra volta, e polle a bullire in tanta acqua, che sieno coperte e guardate dal fumo. E quando saranno ben cotte, menale con la mazza; poi le di stempera con acqua fredda, ovvero vino bianco, sì che sieno ben fatte. Poi fàne minestre, e mettivi su oglio, fritto con cipolle; e dà da mangiare. E se volessi, puoile di stemperare con acqua calda, e se vuoli, mettivi su pepe, zaffarano, mele e zuccaro. Con queste fave porrai dare tinca, o altri pesci. E sappi, che, de le predette cose, porrai fare mortadello.

La purea si diluisce con il vino bianco e si tira con l’olio all’aroma di cipolla. Oppure si diluisce con acqua e si condisce a piacere con pepe, zafferano, miele e zucchero. Ottimo l’accostamento con tinca, carpa, trota.