Valle d’Aosta fra Valli e Castelli 

4 Giorni

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1° Giorno: Forte di Bard e Castello di Issogne
Bard lo si riconosce subito dalla fiabesca fortezza che domina dall'alto il borgo, situato presso una gola nel punto in cui la valle della Dora Baltea tocca il suo punto più stretto. Bard il paese più piccolo della Valle d'Aosta, qui vivono poco più di 130 persone ed è uno dei borghi più belli d'Italia. Salita al Forte con ascensori panoramici, ripercorrendo il famoso assedio napoleonico. Il Forte ha ospitato tra le sue possenti mura medievali oltre a Napoleone anche Camillo Benso Conte di Cavour. Oggi è sede di un interessantissimo Museo delle Alpi in cui, grazie a moderne tecnologie audiovisive, sono descritte le Alpi in tutti i suoi aspetti fisici, geologici, naturalistici, geografici, climatici. Una seconda parte affronta i temi legati al popolamento della montagna, dalla preistoria ai giorni nostri, mostrando gli adattamenti culturali e le strategie che l’uomo ha adottato per vivere in un ambiente ostile. Dopo il pranzo, visita al Castello di Issogne, miracolosamente conservato, è uno dei capolavori del medioevo valdostano. Entrando nel palazzo ci si trova nel cortile, attorniato da edifici sulle cui pareti sono ritratti gli stemmi del casato Challant, oltrepassata la fontana del melograno si prosegue verso l’androne decorato dalle pregevoli lunette. Si procede alla visita dell’interno del castello: la sala da pranzo, la cucina e la sala baronale, le pareti affrescate con paesaggi, scene di caccia ed il Giudizio di Paride; al 1° piano la cappella, dalle volte a ogiva, con affreschi alle pareti e l’altare gotico in legno intagliato e dorato; al 2° piano, la stanza detta “del re di Francia”, con il soffitto a cassettoni decorato da gigli. Sosta ad Arnad, borgo di montagna secolare dove antichi segreti si tramandano di generazione in generazione, per la visita al salumificio, degustazione del Lardo di Arnad.

Curiosità: L’ultimo fine settimana di agosto si festeggia ad Arnad la celebre festa del “Valle d’Aosta Lard d’Arnad D.O.P.“, una tradizione che si ripete da quasi 50 anni e che richiama ogni anno diverse decine di migliaia di turisti.

2° Giorno: Aosta e Fénis
Visita nel centro storico pedonale della Roma delle Alpi, Aosta, con le principali testimonianze romane e medievali: Arco di Augusto, Collegiata e Chiostro di Sant’Orso, Porta Praetoria, Teatro Romano, Criptoportico Forense, Municipio, Hotel des Etats.

Curiosità: la più piccola regione d’Italia possiede una particolare identità linguistica: la maggior parte degli abitanti è bilingue, ossia, oltre all’italiano parlano anche il patois, un dialetto che deriva dal franco-provenzale. Il patois è una lingua molto vicina al francese. Quest’ultima viene addirittura insegnata alle scuole e usata, insieme all’italiano, nei documenti ufficiali. Spostamento a Fenis e salita a piedi al Castello trecentesco: posto su una porzione di territorio priva di difese naturali, unisce ai caratteri della fortificazione quelli della residenza signorile. Esternamente è uno dei massimi esempi dell’architettura militare medievale, con torri e mura merlate. All’interno è una raffinata dimora quattrocentesca.   Visita alla piccola Distilleria di montagna “La Valdotaine”, con lo storico e monumentale Alambicco.

Curiosità: le erbe alpine che crescono a quote prossime ai ghiacciai perenni, custodiscono, oltre alle notorie proprietà terapeutiche, le essenze particolari (artemisia glacialis e artemisia weber) di un distillato tipicamente valdostano: il génépy, il cui aspetto giallo verdolino e il cui gusto pieno e amarognolo derivano proprio da queste essenze, raccolte con parsimonia e poi selezionate ed essiccate con meticolosità certosina.

3° Giorno: Cogne
In prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che da Aymavilles conduce a Cogne, sorge il Ponte-acquedotto romano Pondel sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 m. e lunga più di 50. I lavori di restauro e valorizzazione consentono oggi un percorso ad anello emozionante con passaggio sul ponte risalendo a ritroso rispetto all’originario senso di scorrimento dell’acqua e ritorno con passaggio interno di 50 m. su lastre di vetro che permettono di apprezzare la poderosa opera. Il sito è accessibile con difficoltà a persone disabili per la presenza di barriere architettoniche. Proseguimento per Valnontey, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso con visita al Giardino Botanico Alpino Paradisia. Facile escursione nel fondo valle, ai piedi dei ghiacciai del Gran Paradiso, alla scoperta dell’ambiente alpino alla ricerca di stambecchi, camosci e marmotte, cercando di vedere volteggiare qualche aquila. Spostamento fino a Lillaz per una breve passeggiata alle famose cascate di Lillaz che, con tre salti d'acqua del torrente Urtier per complessivi metri 150 di altezza, è unica nel suo genere. Visita al paese di Cogne, bellissimo villaggio alpino, con negozi e l’interessante atelier dei pizzi al tombolo, lavorazione tradizionale di Cogne. Visita alla chiesa parrocchiale, giro in paese e immancabile foto alla fontana di ferro del 1800, classica cartolina di Cogne.

Curiosità
: la Crema di Cogne è un tipico dessert valdostano, una delizia per il palato, che si scioglie in bocca lasciando un meraviglioso sapore di montagna, tra cioccolato, panna, mandorle, Qual è il vino giusto per accompagnare questa prelibatezza? Dalla Valle d’Aosta consigliano lo ChambaveMuscat, da bere freschissimo.

4° Giorno: Val d’Ayas
Da Verres, risalita della Val d’Ayas, stupenda vallata ai piedi del Monte Rosa, disseminata di villaggi Walser con tradizionali abitazioni in legno.

Curiosità: i Walser (abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Definiscono la loro parlata “Titsch”, termine imparentato con la parola italiana "tedesco". I villaggi Walser in Val d’Aosta sono piccolissimi gruppi di poche case isolate sulle pendici ripide. Colpiscono per la loro bellezza: antiche case di pietra e legno, coperte nella parte alta da graticci nati per far seccare il fieno e spesso decorati con fiori colorati; fontane con grandi vasche; forni all’aperto, muri a secco e sentieri stretti che passano tra le case.   Lungo la salita i Castelli di Verres e di Graines, abbarbicati su ripide alture. Visita al villaggio di Antagnod, tra baite in legno dai tetti aguzzi, pittoreschi rustici e strade delimitate da bassi steccati, spicca la Chiesa di Saint Martin de Tours che conserva un ricco altare barocco, e… vista superba sui ghiacciai del Monte Rosa. Rientro dal panoramico valico alpino Col de Joux e discesa con sosta all’antica chiesetta romanica di Moron. Breve visita alla piccola cittadina di Saint-Vincent. Curiosità: Saint-Vincent è frequentata come località termale sin dall’ottocento quando accolse anche personaggi illustri come Giosué Carducci e Silvio Pellico. Le sue acque, scoperte da Jean-Baptiste Perret, nel 1770 hanno effetti benefici per la pelle e proprietà curative per i disturbi del fegato, dello stomaco e dell’intestino.  Spostamento al Castello di Ussel, sul versante opposto della Valle, su un evidente e scosceso promontorio. Il Castello di Ussel rappresenta una svolta nell’architettura militare valdostana, siamo infatti in presenza del primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di Fénis e le rigide forme di Verrès. Il castello venne utilizzato come prigione, fino al completo abbandono.

Curiosità: nel 1983 il barone Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves, lo donòalla Regione autonoma Valle d’Aosta, che lo ristrutturò. Marcel Bich, la cui famiglia era originaria della Valtournenche, era un famoso industriale francese con un innato fiuto per gli affari: dopo aver comprato il brevetto della penna a sfera dal suo inventore Birò, la migliorò e la diffuse in tutto il mondo con il nome di  BIC . Il suo legame con la terra di origine ha permesso a noi oggi di poter apprezzare uno dei gioielli della storia millenaria della Valle d’Aosta, restituito in tutto il suo splendore.