1° Giorno: Forte di Bard e Castello di Issogne
Bard lo si riconosce subito dalla fiabesca
fortezza che domina dall'alto il borgo, situato presso una gola nel punto in
cui la valle della Dora Baltea tocca il suo punto più stretto. Bard il
paese più piccolo della Valle d'Aosta, qui vivono poco più di 130
persone ed è uno dei borghi più belli d'Italia. Salita al Forte con ascensori panoramici, ripercorrendo il famoso assedio
napoleonico. Il Forte ha
ospitato tra le sue possenti mura medievali oltre a Napoleone anche Camillo
Benso Conte di Cavour. Oggi è sede di un interessantissimo Museo delle Alpi in
cui, grazie a moderne tecnologie audiovisive, sono descritte le
Alpi in tutti i suoi aspetti fisici, geologici, naturalistici, geografici,
climatici. Una seconda parte affronta i temi legati al popolamento della
montagna, dalla preistoria ai giorni nostri, mostrando gli adattamenti
culturali e le strategie che l’uomo ha adottato per vivere in un ambiente
ostile. Dopo il pranzo, visita al Castello
di Issogne, miracolosamente conservato, è uno dei capolavori del medioevo
valdostano. Entrando nel palazzo ci si
trova nel cortile, attorniato da edifici sulle cui pareti sono ritratti gli
stemmi del casato Challant, oltrepassata la fontana del melograno si prosegue
verso l’androne decorato dalle pregevoli lunette. Si procede alla visita
dell’interno del castello: la sala da pranzo, la cucina e la sala baronale, le
pareti affrescate con paesaggi, scene di caccia ed il Giudizio di Paride;
al 1° piano la cappella, dalle volte
a ogiva, con affreschi alle pareti e l’altare gotico in legno intagliato e
dorato; al 2° piano, la stanza detta “del re
di Francia”, con il soffitto a cassettoni decorato da gigli.
Sosta ad Arnad, borgo di montagna secolare dove antichi segreti si tramandano di
generazione in generazione, per la visita
al salumificio, degustazione del Lardo di Arnad.
Curiosità: L’ultimo fine settimana di agosto si festeggia ad Arnad la celebre festa
del “Valle d’Aosta Lard d’Arnad D.O.P.“, una tradizione che si ripete da quasi
50 anni e che richiama ogni anno diverse decine di migliaia di turisti.
2° Giorno: Aosta e Fénis
Visita nel centro storico pedonale della Roma
delle Alpi, Aosta, con le principali
testimonianze romane e medievali: Arco di Augusto, Collegiata e Chiostro di
Sant’Orso, Porta Praetoria, Teatro Romano, Criptoportico Forense, Municipio,
Hotel des Etats.
Curiosità: la più piccola regione d’Italia possiede
una particolare identità linguistica: la maggior parte degli abitanti è
bilingue, ossia, oltre all’italiano parlano anche il patois, un
dialetto che deriva dal franco-provenzale. Il patois è una
lingua molto vicina al francese. Quest’ultima viene addirittura insegnata
alle scuole e usata, insieme all’italiano, nei documenti ufficiali.
Spostamento a Fenis e salita a piedi al Castello trecentesco: posto su una
porzione di territorio priva di difese naturali, unisce ai caratteri della
fortificazione quelli della residenza signorile. Esternamente è uno dei massimi esempi
dell’architettura militare medievale, con torri e mura merlate. All’interno è
una raffinata dimora quattrocentesca.
Visita alla piccola Distilleria di montagna “La
Valdotaine”, con lo storico e monumentale Alambicco.
Curiosità: le erbe alpine che crescono a quote prossime ai ghiacciai perenni,
custodiscono, oltre alle notorie proprietà terapeutiche, le essenze particolari
(artemisia glacialis e artemisia weber) di un distillato tipicamente
valdostano: il génépy, il cui aspetto giallo verdolino e il cui
gusto pieno e amarognolo derivano proprio da queste essenze, raccolte con
parsimonia e poi selezionate ed essiccate con meticolosità certosina.
3° Giorno: Cogne
In
prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che
da Aymavilles conduce a Cogne, sorge il Ponte-acquedotto
romano Pondel sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in
muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 m. e lunga più di 50. I
lavori di restauro e valorizzazione consentono oggi un percorso ad anello
emozionante con passaggio sul ponte risalendo a ritroso rispetto
all’originario senso di scorrimento dell’acqua e ritorno con
passaggio interno di 50 m. su lastre di vetro che permettono di apprezzare
la poderosa opera. Il sito è
accessibile con difficoltà a persone disabili per la presenza di barriere
architettoniche.
Proseguimento
per Valnontey, nel cuore del Parco
Nazionale del Gran Paradiso con visita al Giardino Botanico Alpino Paradisia. Facile
escursione nel fondo valle, ai piedi dei ghiacciai del Gran Paradiso, alla scoperta dell’ambiente alpino alla ricerca di
stambecchi, camosci e marmotte, cercando di vedere volteggiare qualche aquila. Spostamento
fino a Lillaz per una breve
passeggiata alle famose cascate di Lillaz che, con tre salti d'acqua
del torrente Urtier per complessivi metri 150 di altezza, è unica nel suo
genere. Visita
al paese di Cogne, bellissimo villaggio
alpino, con negozi e l’interessante atelier dei pizzi al tombolo, lavorazione
tradizionale di Cogne. Visita alla chiesa parrocchiale, giro in paese e
immancabile foto alla fontana di ferro del 1800, classica cartolina di Cogne.
Curiosità: la Crema di Cogne è un tipico dessert valdostano, una delizia per il
palato, che si scioglie in bocca lasciando un meraviglioso sapore di montagna,
tra cioccolato, panna, mandorle, Qual è il vino giusto per accompagnare questa
prelibatezza? Dalla Valle d’Aosta consigliano lo ChambaveMuscat, da bere
freschissimo.
4° Giorno:
Val d’Ayas
Da Verres, risalita della Val d’Ayas, stupenda vallata ai piedi del Monte Rosa, disseminata
di villaggi Walser con tradizionali abitazioni in legno.
Curiosità: i Walser (abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio
del Monte Rosa. Definiscono la loro parlata “Titsch”,
termine imparentato con la parola italiana "tedesco". I villaggi Walser in
Val d’Aosta sono
piccolissimi gruppi di poche case isolate sulle pendici ripide. Colpiscono per
la loro bellezza: antiche case di pietra e legno, coperte nella parte alta da
graticci nati per far seccare il fieno e spesso decorati con fiori colorati;
fontane con grandi vasche; forni all’aperto, muri a secco e sentieri stretti
che passano tra le case.
Lungo la salita i Castelli di Verres e di Graines, abbarbicati su ripide alture. Visita al villaggio di Antagnod, tra baite in legno dai
tetti aguzzi, pittoreschi rustici e strade delimitate da bassi steccati, spicca
la Chiesa di Saint Martin de Tours che conserva un ricco altare barocco, e… vista superba sui ghiacciai del Monte Rosa. Rientro dal panoramico valico
alpino Col de Joux e discesa con
sosta all’antica chiesetta romanica di Moron.
Breve visita alla piccola cittadina di Saint-Vincent. Curiosità: Saint-Vincent è frequentata come località termale sin
dall’ottocento quando accolse anche personaggi illustri come Giosué Carducci e
Silvio Pellico. Le sue acque, scoperte da Jean-Baptiste Perret, nel 1770 hanno
effetti benefici per la pelle e proprietà curative per i disturbi del fegato,
dello stomaco e dell’intestino.
Spostamento al Castello di Ussel, sul versante opposto della Valle,
su un
evidente e scosceso promontorio. Il Castello di Ussel rappresenta una
svolta nell’architettura militare valdostana, siamo infatti in presenza del
primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva
del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di
Fénis e le rigide forme di Verrès. Il castello venne utilizzato come prigione,
fino al completo abbandono.
Curiosità: nel 1983 il barone
Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves,
lo donòalla Regione
autonoma Valle d’Aosta, che lo ristrutturò. Marcel Bich, la cui famiglia era originaria della
Valtournenche, era un famoso industriale francese con
un innato fiuto per gli affari: dopo aver comprato il brevetto della penna a
sfera dal suo inventore Birò, la migliorò e la diffuse
in tutto il mondo con il nome di
BIC
. Il suo legame con la terra di origine ha permesso a noi oggi di poter
apprezzare uno dei gioielli della storia millenaria della Valle d’Aosta,
restituito in tutto il suo splendore.