1°
Giorno: Reggio Emilia - Bologna (Km. 84)
Sosta a
Reggio Emilia per visitare la Basilica della Beata Vergine della Ghiara. La
costruzione della Basilica è legata al miracolo avvenuto il 29 aprile 1596
quando il giovane Marchino, sordomuto dalla nascita, ottenne miracolosamente
parola e udito mentre pregava davanti a un’immagine della Madonna dipinta dal
Bertone.
Dopo la
visita proseguimento per Bologna. La visita della città inizia da Piazza
Maggiore, sulla quale si affaccia la Basilica di San Petronio, patrono della
città. All’interno si può ammirare la Vergine col Bambino di Jacopo della
Quercia. Attraverso le antiche strade adiacenti la Piazza, vivaci e
pittoresche, si raggiunge il Palazzo che ospitò il Foro dei Mercanti, da sempre
luogo dei commerci, e Piazza di Porta Ravegnana, nella quale spiccano le due
Torri, simbolo della città. Percorrendo Strada maggiore si giunge al Complesso
benedettino di Santo Stefano, la Gerusalemme bolognese, luogo di grande pregio
artistico e di intensa devozione.
Curiosità: A Bologna ci sono ben 40 Km di
portici! La loro costruzione è legata alla nascita dell’università, che,
essendo la più antica del mondo, ha attirato fin da subito un gran numero di
studenti, così tanti che non c’erano abbastanza alloggi per ospitarli.
Inizialmente, quindi, gli abitanti hanno chiuso i loro balconi con delle
verande di legno, che sono state successivamente trasformate in strutture più
stabili: delle stanze esterne sorrette da delle impalcature, i portici.
Appena fuori dal centro storico di Bologna sorge il
santuario della Madonna di San Luca, collegato alla città tramite un portico di
4 Km, il più lungo al mondo.
2°
Giorno: Bologna - Abbazia di Pomposa - Ravenna - Rimini (Km. 209)
Partenza
per l’abbazia di Pomposa, il complesso è uno dei più importanti dell’Italia
settentrionale, accogliendo ospiti come Dante Alighieri e Pier Damiani. Degni
di nota sono gli affreschi all’interno della basilica, di ispirazione
giottesca, e il bellissimo pavimento a mosaico con intarsi in marmo.
Proseguimento
per Ravenna, dove si inizia con la visita dalla Basilica di S. Vitale, una
delle più alte creazioni dell’arte bizantina: la cupola è costellata di
mosaici, tra cui i ritratti di Giustiniano e della sua corte. Si prosegue per
il Mausoleo di Galla Placidia, ricoperta di mosaici; la chiesa di S. Apollinare
Nuovo, fatta erigere da Teodorico, che ospita nella navata centrale le
processioni dei Martiri e delle Vergini; la chiesa di S. Francesco, con vicino
la tomba di Dante, morto qui nel 1321 e ricordato ogni sera dal rintocco della
campana.
Trasferimento
in hotel nella zona di Rimini.
Curiosità: Nell’abbazia di Pomposa è nata la
moderna notazione musicale, ad opera del monaco benedettino Guido d’Arezzo, che
inventò il tetragramma, antico parente dell’odierno pentagramma.
Lungo la navata laterale destra del Duomo di Ravenna
c’è una piccola cappella dedicata alla cosiddetta Madonna del Sudore, il cui
nome ha origine in un’antica leggenda cittadina. La tradizione vuole che
l’immagine un tempo si trovasse in una piccola nicchia all’interno di una
bettola di Ravenna. Una notte, un soldato la pugnalò, preda di uno scatto d’ira
dovuto alla perdita di un’ingente quantità di denaro al gioco dei dadi, e il
ritratto della Madonna “sudò” sangue.
3°
Giorno: Rimini - Eremo di Montepaolo - Rimini (Km. 162)
Raggiungeremo
l’entroterra forlivese per fare visita all’eremo di Montepaolo, il più
importante santuario in Emilia Romagna dedicato a Sant’Antonio da Padova: fu
qui, infatti, che il santo ebbe la sua prima residenza italiana, tra il 1221 e
il 1222. Di Sant’Antonio il santuario conserva un’insigne reliquia, prelevata
direttamente dal corpo custodito presso la basilica di Padova.
Rientro a
Rimini, Raggiungeremo il centro storico: da piazza Malatesta ci incammineremo
verso la centrale piazza Cavour sulla quale si erge una statua di Paolo V e una
fontana cinquecentesca. Sulla piazza si affacciano, su un lato, il
palazzo dell’Arengo e il gotico palazzo del Podestà, e, sul fondo,
l’ottocentesco Teatro Comunale. Percorrendo il Corso Augusto si arriva in
Piazza Tre Martiri, che sorge sull’area dell’antico Foro romano, dove si vuole
che Giulio Cesare arringasse i suoi soldati dopo aver attraversato il Rubicone.
Da qui si passa alla visita del Duomo Malatestiano, il massimo monumento
cittadino e una delle più alte creazioni del primo Rinascimento. La maestosa
facciata, ispirata alle forme dell’arco trionfale romano, è opera di Leon
Battista Alberti. Nel fianco destro solenni arcate racchiudono sarcofagi di
personaggi illustri. L’interno, di architettura gotica, conserva la tomba di
Sigismondo Malatesta. La visita continua verso il più antico degli archi romani
superstiti e uno dei più belli, quello d’Augusto, eretto nel 27 a.C. in onore
di Augusto, restauratore della via Flaminia, che si univa in questo punto alla
via Emilia. Merita una visita anche il ponte di Tiberio sul fiume Marecchia, a
5 arcate, iniziato da Augusto e terminato da Tiberio.
Curiosità: Nei pressi dell’eremo di Montepaolo,
seguendo il “sentiero della speranza”, si raggiunge la piccola cappella in cui
Sant’Antonio soleva ritirarsi in preghiera.
4°
Giorno: Rimini - San Marino - Sarsina - Rientro (Km. 60)
San
Marino, la più antica Repubblica e uno degli stati più piccoli del mondo. Il
documento che ne riconosce l’autonomia è dell’885. La visita della Repubblica
inizia da Piazza della Libertà, su cui si affaccia il palazzo Pubblico, o del
Governo, Poco sopra la piazza è la neoclassica basilica di S. Marino, nella
quale sono conservate le reliquie del santo, uno scalpellino di Arbe fondatore
della prima comunità cristiana residente sul Monte Titano. Sui tre spuntoni
della cresta del Monte Titano, quasi a picco sulla pianura, sorgono le tre
rocche o Penne. La prima, detta La Rocca o Guaita, risale forse all’ XI secolo e fu rifatta nel ‘400; la seconda,
detta Cesta, del XIII secolo ma ricostruita, ospita il Museo delle Armi
Antiche; la terza, detta Montale, è del ‘200.
Al
termine della visita partenza per Sarsina, dove si erge la basilica di San
Vicinio, che deve il suo nome al primo vescovo di Sarsina, figura fondamentale
nel processo di evangelizzazione che investì questa parte di Romagna nei primi
secoli dopo Cristo. Al suo interno è conservata la catena che la tradizione
vuole Vicinio indossasse, legata a una pietra, quando si trovava in preghiera.
Ancora oggi i fedeli giungono qui per avere la benedizione, che consiste
nell’imposizione della catena, ritenuta in grado di scacciare il male
dall’anima.
Rientro
al proprio luogo d’origine.
Curiosità: Nella Repubblica di San
Marino, oltre alla data convenzionale, negli atti ufficiali si indica anche la
“data sammarinese”, che si conta partendo dal 301 d.C., anno di fondazione
della Repubblica. Infatti, secondo la leggenda, in quell’anno Marino morì
pronunciando queste ultime parole, simbolo della sua missione, “Relinquo vos
liberos ab utroque homine” ,cioè “vi lascio liberi da ambedue gli uomini”,
intesi Imperatore e Papa.