4 Giorni
Download Tour1° Giorno: Isole Tremiti
Imbarco per le Isole Tremiti (ca. 1ora di navigazione), l’unico
arcipelago italiano nel basso Adriatico, composto da 5 piccole isole,
profondamente diverse. 2 sole sono abitate: San Nicola e San Domino. Le altre sono la Capraia, il Cretaccio e la lontana Pianosa.
Visita a piedi dell’Isola di San Nicola, un vero e proprio museo a cielo
aperto. Ospita la più grande abbazia del Mediterraneo sul mare: è l’abbazia di
S. Maria a Mare, le cui origini si perdono nella leggenda. I benedettini si
insediarono qui nell’XI sec. Nel 1334 fu assaltata dai pirati, ma alcuni
decenni dopo fu nuovamente abitata da canonici. L’abbazia fu soppressa nel 1783
da re Ferdinando IV di Napoli. Abbandonato da secoli, ne resta gran parte del
perimetro esterno, la facciata della chiesa e alcuni pregevoli pavimenti
musivi.
Curiosità: Il santuario di Santa Maria a Mare è
quella sorta di fortezza-monastero che rende unico il profilo delle Tremiti.
Com’è stato possibile erigere una struttura così grande su un arcipelago così
piccolo? La leggenda narra che la Madonna apparve in sogno a un eremita,
chiedendogli di costruire un grande tempio e indicandogli un punto dove
scavare. In quel punto, l’eremita trovò un’iscrizione sepolcrale e, dietro, un
grande tesoro, grazie al quale fu possibile costruire il santuario.
Pranzo a base di pesce in ristorante tipico. Nel pomeriggio
partenza in barca per il periplo dell’Isola di San Domino, l’isola più
estesa dell’arcipelago delle Tremiti, quella più distintiva dal punto di vista
naturalistico. Interamente coperta di macchia mediterranea, ha una sola
spiaggia di sabbia, cala delle Arene.
Curiosità: sull’arcipelago delle Tremiti non sono
ammesse automobili, le uniche che circolano sono quelle dei residenti, quindi a
San Domino ci si muove a piedi, ma le distanze non sono così brevi, complice
anche i continui saliscendi. Dal porto al centro del paese 20 min. (in salita)
e 15 in discesa.
Visita della Grotta del Bue Marino, profonda 70 m. e
sovrastata da alte rupi, che deve il nome dalle foche monache che qui
sostavano; la Grotta delle Viole, il cui nome deriva dalla colorazione
rosso violacea delle alghe calcaree; la Grotta del Coccodrillo, lo scoglio
dell’Elefante e i bellissimi Pagliai. Imbarco per il rientro, cena e
pernottamento.
2° Giorno: Gargano
Intera giornata nel Gargano: un itinerario che,
attraversando l’incantevole costa meridionale, tocca Manfredonia, fino a
raggiungere Vieste. La costa viene intervallata da trabucchi, antichissimi
strumenti di pesca in legno e torri di avvistamento costiere, mezzo di difesa
dai frequenti attacchi dei pirati saraceni. Visita del vecchio borgo di Vieste,
formato da vicoli a scale con bianche case legate ad archi medioevali (su richiesta:
giro in barca alle grotte marine del Gargano). Il Pizzomunno è un
imponente monolite in pietra calcarea alto 25 m. all’inizio della spiaggia a
sud del centro abitato, detta “del Castello” (perché dominata dal Castello
Svevo) o “Scialara”. Per la sua imponenza e per il suo fascino è diventato il
simbolo stesso della cittadina garganica.
Curiosità: Si racconta che a Vieste vivesse un
giovane pescatore di nome Pizzomunno, bello, alto, con gli occhi e i capelli
neri. Innamorato di Cristalda, una fanciulla dagli occhi color del mare e dai
lunghissimi capelli biondi. Pizzomunno, ogni giorno andava in mare per calare
le sue reti e ogni giorno, le sirene, figlie del dio del mare, lo tentavano con
canti ammaliatori e proposte d’amore. Furiose dei continui rifiuti, decisero di
punire il giovane, trascinando la sua amata nelle profondità del mare. Il
giovane ne soffrì così tanto che sentì il suo cuore e il suo corpo
pietrificarsi dal dolore, fino a diventare il faraglione che ancora oggi domina
la “spiaggia del Castello”. La legenda però vuole che il dio del mare, mosso a
pietà, decise di rimediare in parte al terribile gesto commesso dalle sue
figlie, concedendo ai due fidanzati di riunirsi, ogni 100 anni, in una notte di
luna piena.
Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio breve sosta a Peschici racchiusa
tra le mura dell’antico Castello
Bizantino, con le sue stradine strettissime scavate nella roccia,
le botteghe artigiane, le locande e le scalette tortuose, arrampicate tra le
casette bianche. Proseguimento attraverso la millenaria Foresta Umbra,
cuore verde del Parco Nazionale del Gargano. Cena e pernottamento.
3° Giorno: Monte
Sant’Angelo - Manfredonia
Partenza per Monte Sant’Angelo, visita del complesso
romanico di San Pietro, Santa Maria Maggiore ed il rione medioevale Junno e il
meraviglioso Santuario di San Michele Arcangelo, meta internazionale di
pellegrinaggio fin dal Medioevo. Qui sarebbero avvenute le apparizioni
dell’Arcangelo in una grotta.
“Prima di recarvi qui da
me… andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione
dell’Arcangelo Michele.” Padre Pio
Dopo il pranzo proseguimento per Manfredonia, città fondata
da Manfredi di Svevia: visita al Duomo, al Castello di epoca angioina e, subito
fuori la città, alla suggestiva Chiesa romanica di Santa
Maria di Siponto. Cena e pernottamento.
4° Giorno: San Giovanni
Rotondo
Visita di San Giovanni Rotondo. Qui, nel 1916, vi giunge
l’allora giovanissimo Padre Pio. Egli dedicò la sua vita al servizio della
Chiesa, promuovendo la nascita dei Gruppi di Preghiera e la realizzazione di
opere caritative, primo fra tutti l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”,
definito “tempio di preghiera e di scienza”. L’ospedale sorge vicino alle due
chiese dedicate a Santa Maria delle Grazie, dove visse e operò Padre Pio, e
alla nuova chiesa progettata da Renzo Piano in cui si conservano le spoglie di San
Pio da Pietrelcina.
Curiosità: San Giovanni Rotondo fu fondata nel
1095. Tra le rovine ancora esistenti si possono notare i resti di un
battistero, si dice che fosse destinato al culto del dio romano Giano, per poi
diventare una cappella dedicata a San Giovanni Battista (ecco perché il paese
si chiama “San Giovanni”). La forma circolare del battistero finì per dare il
nome al luogo. Così, “San Giovanni Rotondo” non è un nuovo santo, ma è
semplicemente il nome dato alla cappella circolare di San Giovanni Battista
attorno alla quale è stata fondata la cittadina.