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P-ASSAGGI Di-Vini Sicilia
Arancini
Gli arancini siciliani, deliziose sfere di riso
ripieno, avvolte da una croccante panatura.
Il nome di questa ricetta deriverebbe dalla
somiglianza morfologica con le arance, an-
ch’esse simbolo della cucina sicula. L’arancino
nasce nel periodo della dominazione saracena
in Sicilia ed era preparato privo di pomodoro.
La diatriba sulla sua identità di genere è sem-
pre aperta: dalla parte della Sicilia Occidenta-
le (Palermo) assume il genere femminile, nel-
la parte Orientale (Catania) lo vuole “masculu”
dandogli una forma appuntita pensando forse al Vulcano più attivo che ci sia, l’ Etna per l’appunto
È stato e continua ad essere così contorta l’identità di questo bene culinario, patrimonio del mondo, che è stata sco-
modata nientepopodimeno che L’ Accademia della Crusca. Ma a quanto pare a dirimere la questione posta in essere
non è stato sufficiente il parere di emeriti studiosi della lingua italiana, anche se i dizionari concordano sul genere
maschile quindi di arancini.
Andrea Camilleri ha contribuito a rafforzarlo mediante il romanzo pubblicato nel 1999 dal titolo “Gli arancini di
Montalbano”.
Marsala
Uno dei vini liquorosi e dolci più eleganti e com-
plessi al mondo!
La versione più accreditata sulla nascita del Marsa-
la come vino liquoroso (o fortificato) è incentrata
sulla figura del commerciante inglese John Woo-
dhouse il quale nel 1773 approdò con la nave su
cui viaggiava nel porto di Marsala. Secondo la tra-
dizione, durante la sosta egli ebbe modo, insieme
al resto dell’equipaggio, di gustare il vino prodotto
nella zona, che veniva invecchiato in botti di legno
di rovere assumendo un gusto analogo ai vini spa-
gnoli e portoghesi molto diffusi in quel periodo in
Inghilterra.
Il metodo di invecchiamento utilizzato dalla gente del luogo, denominato “in perpetuum”, consisteva nel rabboccare
212 le botti che contenevano una parte del vino consumato durante l’anno con il vino di nuova produzione, in maniera
da conservarne le caratteristiche.
Il vino così trattato piacque a tal punto che Woodhouse decise di imbarcarne una cinquantina di barili, addizionan-
dolo però con acquavite di vino, al fine di elevarne il tenore alcolico e di preservarne le caratteristiche durante il
lungo viaggio in mare.
Quel vino siciliano meno costoso riscosse in Inghilterra un grande successo, tanto che Woodhouse decise di ritornare
in Sicilia e di iniziarne la produzione e la commercializzazione.
Nel 1833 l’imprenditore palermitano, di origine calabrese, Vincenzo Florio, iniziò a Marsala la produzione di vino
Marsala in concorrenza con le aziende inglesi, fondando le Cantine Florio.
Parlare di un unico vino Marsala è riduttivo, esistono diverse tipologie ottenute dalle uve utilizzate,
dalle diverse lavorazioni delle uve e dai tempi di invecchiamento che conferiscono colore, tonalità e
aromi differenti, oltre al grado di dolcezza.