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Piemonte
P-ASSAGGI Di-Vini Piemonte
La Bagna Càuda o Càoda
“salsa calda” in italiano, è un condimento a base di aglio, olio, burro
e acciughe che viene servito caldo assieme alle verdure sia cotte che
crude.
Nasce nel Medioevo come piatto povero, che i contadini preparavano
per proteggersi dal freddo e anche per convivialità perché essendo
una pietanza collettiva da consumare tutti insieme, serviva per riuni-
re la famiglia e gli ospiti a tavola.
Il Barolo
E’ uno dei vini italiani che meglio rappresenta l’eccellenza vitivinicola
italiana nel mondo.
Prodotto in 11 comuni a sudovest di Alba, nella cosiddetta “Langa del
Barolo”, il Barolo deve la sua fama a Camillo Benso, conte di Cavour.
Da vitigno Nebbiolo, è un vino rosso granato ben strutturato e di
gran personalità. L’affinamento in botte gli conferisce rifles-
si aranciati e al naso risulta ampio, con profumi di confettura
di frutti rossi come lamponi e fragoline di bosco; fiori come
rosa e viola ed un finale di noce moscata, cuoio, tabacco e
cioccolato. E’ un vino longevo conosciuto come “il re dei vini, il vino dei re”.
Valle D’Aosta
La Fontina
E’ un formaggio a Denominazione d’Origine Protetta dal profumo di
latte, dal sapore dolce e dalla pasta morbida.
Il nome Fontina pare abbia origini da un alpeggio di produzione
chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz.
Il nome potrebbe derivare anche dal termine francese antico “fontis”
o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo for-
maggio di fondersi col calore.
Il Fumin
Siamo in Valle d’Aosta, dove vinificare è, oltreché un’arte, una vera
dedizione e passione. In questa che è la più piccola regione d’Italia,
un’orografia ostile e una serie di pendii disagevoli (paesaggi alpini
dalle pendenze sabbiose e temperature di montagna), fanno della
viticoltura un atto di amore, quello che noi estimatori del vino chia-
94 miamo “viticultura eroica”. E i veri eroi, i produttori di vino, hanno sa-
puto preservare in queste zone estreme diversi dei loro vitigni autoc-
toni. Ve ne proponiamo uno, a bacca rossa: il Fumin. Il nome deriva
dagli acini che sono ricoperti da una evidente pruina azzurrognola (la
pruina è quella specie di pellicola quasi polverosa che si trova sopra la
buccia degli acini), che li fa apparire come “affumicati”
Il vino si presenta limpido, da un rosso rubino quasi impenetrabile con i bordi violacei.
Al naso intense note fruttate di ribes, prugna e ciliegia fino a raggiungere profumi più evoluti di sotto-
bosco, muschio, violette. Secco in bocca, morbido, caldo e avvolgente.
Molto ben equilibrato, elegante al gusto. Emergono anche note più complesse di spezie, come il gine-
pro, i chiodi di garofano e, in chiusura, sentori di liquirizia e di tabacco.